06 febbraio 2017

Ma se nessuno sa che lavoro fai?

C'è una conversazione dalla quale ho imparato a non pentirmi di aver scelto di diventare uno storico dell'arte, perchè ormai avevo capito quanto questo influenzasse il mio modo di osservare le cose e di rappresentarle attraverso i miei prodotti. Da un po' di tempo riesco a gestire bene gli incontri di questo tipo e rispondo bene quando mi dicono "però, che peccato. Avere una laurea come quella e stare in Sardegna. Sai, bisognerebbe andare fuori". Mi limito a rispondere che l'arte è solo la manifestazione di un popolo e in Sardegna abbiamo avuto (e abbiamo) il nostro modo di esprimerci e dobbiamo rispettarlo. 


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Sai, invece, qual è stata la domanda che non ho saputo gestire? "Adesso che fai? lavori?". Quella mia collega dell'università penserà che ho un lavoro saltuario e vado avanti così, finché non trovo di meglio. Quello che lei non sa, invece, è che ho un lavoro saltuario che mi aiuta ad avere le risorse da investire nel mio lavoro dei sogni. Pensa, dopo che ci siamo salutate mi son sentita di aver perso l'occasione di poterle raccontare quello che sto costruendoÈ un lato di me che non riesco a sopportare, del resto non sono nemmeno una grande chiacchierona. Ma la cruda realtà è che se nessuno sa che lavoro fai è perchè tu non gliel'hai mai detto. 

Oltre al fatto che avere un biglietto da visita da darle le avrebbe messo una pulce nell'orecchio (e io non ce l'avevo...lezione numero 1), credo che non avrei saputo spiegarle in cosa consiste il mio progetto, perchè fino ad allora non avevo capito quale fosse la motivazione del mio lavoro; quello che mi spinge ad avere un approccio così diverso, a volte troppo sognante, ma allo stesso tempo necessario e inevitabile. Credo moltissimo nella forza dei ricordi, nella loro capacità di costruire la nostra identità man mano che noi gli diamo il giusto valore. Così mi son chiesta se i miei prodotti potessero avere la capacità di aiutare le persone a dar valore ai propri ricordi, condividendoli per comunicare a tutti chi sono. E penso che possano farlo se riesco a farli parlare nel modo giusto, se riesco ad illustrare il tuo ricordo con il mio modo di osservare le cose. Io sono sempre uno storico dell'arte, ma se domani mi facessero quella domanda così difficile da gestire risponderei senza se e senza ma: sono un'illustratrice di ricordi

Se qualcuno mi avesse dato un biglietto da visita con scritta una professione così inusuale...bhe, avrei detto "in che senso? scusa...". E pensi che anche la mia collega si sarebbe incuriosita? 

1 commento:

  1. Mi piace la definizione "illustratrice di Ricordi"
    la trovo suggestiva e in qualche modo va ad evocare
    la parte onirica dei Ricordi...
    Sicuramente anche io ti avrei detto "in che senso? scusa...."
    se mi avessi presentato un biglietto da visita cosi..
    Però a pensarci bene cosa può essere più affascinante e appagante
    del poter Plasmare...... Piegare.... Tessere..
    i ricordi per renderli Eterni!
    Perciò, passata la mia iniziale sorpresa ti avrei detto
    "scusa, ora ti dico come vorrei che fossero i miei ricordi...
    e mi affido a te per renderli palpabili!"
    E allora vedrò se come "illustratrice di Ricordi.."
    accetterai la sfida.....
    ciao.....

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